Ora legale 2024: Guida al cambio orario, è quasi ora di spostare le lancette

L’attesa per il cambio dell’ora legale nel 2024 sta per finire. Quest’anno, l’orologio verrà spostato un’ora in avanti nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, esattamente alle 2

Quando spostare le lancette

L’ora legale è una pratica adottata da molti paesi per sfruttare meglio le ore di luce durante i mesi primaverili ed estivi. Nel 2024, l’ora legale in Italia avrà inizio nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, esattamente alle 2:00, momento in cui le lancette degli orologi verranno spostate un’ora in avanti, passando quindi alle 3:00.

Come spostare le lancette

Questo spostamento significa che si perderà un’ora di sonno quella notte, ma si guadagnerà un’ora di luce solare nel tardo pomeriggio per i mesi a seguire. L’ora legale terminerà domenica 27 ottobre 2024, quando le lancette verranno spostate indietro di un’ora, recuperando così l’ora di sonno persa in primavera​​​​​​.

Curiosità sul cambio dell’ora

Il cambiamento dell’ora avviene di notte per minimizzare il disagio, dato che in quelle ore c’è meno circolazione e meno attività, rendendo così l’impatto del cambio d’ora meno avvertito dalla maggior parte della popolazione. L’introduzione dell’ora legale risale al lontano 1916, adottata per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale, e in Italia è diventata una prassi fissa dal 1966. Lo scopo principale di questo sistema è il risparmio energetico, consentendo di ridurre l’uso dell’illuminazione artificiale grazie a un maggior sfruttamento della luce naturale​​.

Tuttavia, non tutti i dispositivi richiederanno un intervento manuale per l’aggiornamento dell’ora. I dispositivi più moderni, come smartphone, tablet e alcuni orologi digitali, si aggiorneranno automaticamente. Per gli orologi analogici o le sveglie non collegate a Internet, invece, sarà necessario aggiornare l’ora manualmente​​.

Ora legale

Negli anni, c’è stata una discussione sulla possibile eliminazione dell’ora legale, ma ad oggi essa rimane una pratica consolidata in Italia e in molti altri paesi, nonostante alcune nazioni abbiano scelto di abolirla, come Giappone, Cina, India, Islanda, Russia e Kuwait

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