Ecco come posizionare correttamente le posate nella lavastoviglie. Esistono delle regole, ma molti sbagliano.
La lavastoviglie è ormai uno degli elettrodomestici più diffusi, con i tempi che corrono, nessuno può più farne a meno.
Ognuno di noi ha una tecnica molto personale per lavare tutto in lavastoviglie, come inserire posate, bicchieri, piatti e via dicendo.
Ma al fine di ottimizzare il carico e di non sprecare acqua inutilmente, esistono delle regole che bisogna seguire con grande scrupolo e che forse non tutti conoscono.
Per prima cosa, ma non è così scontato, possiamo anche iniziare a leggere il libretto delle istruzioni, troppo spesso sottovalutato e messo da parte non solo in questo caso.
Poi vi suggeriamo di andare a rimuovere i residui di cibo più evidenti ma non sarà necessario sciacquare i piatti usati, dato che le nuove lavastoviglie sono in grado di pulirli a fondo senza svolgere necessariamente una simile operazione.
Tra i consigli più importanti, sicuramente c’è la disposizione dei piatti, e vi diciamo che è sempre meglio iniziare a impilare i piatti partendo dal fondo così che non sarà necessario rimettere mano all’organizzazione di spazi.
Inoltre è consigliato inclinare pentole e padelle, perché così l’acqua potrà defluire in maniera migliore, invece di impilarle una sopra l’altra.
Altro aspetto delicato è quello che tocca le posate. Come vanno messe nel cestino? C’è in realtà un modo ben preciso per posizionarle in modo adeguato.
La regola vuole che cucchiai e forchette abbiano il manico rivolto verso il baso e la punta verso l’alto, per quanto concerne i coltelli, invece, bisogna fare l’opposto: manico verso l’alto e punta verso il basso.
È un errore dividere le posate per tipologia come faranno sicuramente tanti di voi: mischiatele si laveranno molto meglio.Se non volete seguire queste semplici regole, allora non vi resta che tornare ai vecchi metodi manuali, ovvero: lavare i piatti a mano.
Potrebbe interessarvi anche: Non risciacquare mai i piatti prima di metterli nella lavastoviglie, ecco perché