Recuperano un video del 1933 dell’ultima tigre della Tasmania, finalmente possiamo vederla a colori
Nel corso dei milioni di anni, dal nostro pianeta sono scomparse moltissime specie animali e vegetali e tante altre hanno preso il loro posto. Purtroppo, negli ultimi secoli, molti animali sono scomparsi proprio a causa dell’uomo, che tra la caccia indiscriminata e la distruzione dei loro habitat, ha finito per portarle all’estinzione.
Uno di questi animali si è estinto quasi cento anni fa, nel 1936 e si trattava della tigre della Tasmania. Questo era uno dei pochi marsupiali carnivori mai esistiti e si trattava di una delle specie più rare che si potevano trovare in territorio australiano.
credit: Youtube/NFSA Films
Questo animale sembrava essere la curiosa fusione tra un dingo, una tigre e un canguro. Sfortunatamente la maggior parte delle persone ancora in vita, non ha mai potuto incontrare uno di questo animali, ma grazie a documentazioni fotografiche e alcuni rari video, lo si può ammirare in altri modi.
La tigre della Tasmania possedeva un particolare marsupio, proprio come i canguri, grazie al quale trasportava i propri piccoli. L’ultimo esemplare di questa razza ad essere tenuto in cattività si chiamava Benjamin e fortunatamente un naturalista, nel 1933 riuscì a registrare un video che lo immortala e lo ha potuto tramandare ai posteri.
credit: Youtube/NFSA Films
Di recente gli Australian National Archives hanno recuperato questo video e sono riusciti con l’alta tecnologia a ricostruirne le immagini, fornendo a Benjamin anche i giusti toni di colore. In questo modo tante persone hanno potuto ammirare questa specie, mentre svolgeva alcune azioni ordinarie, come camminare, annusare e persino sbadigliare.
Il video che omaggia questo straordinario animale, continua a ricevere centinaia di migliaia di visualizzazioni e sta facendo conoscere questa particolare specie, anche alle nuove generazioni. È triste il fatto che alcuni animali scompaiano per sempre dalla faccia della Terra, e speriamo che video come questo riescano a sensibilizzare maggiormente la popolazione, così da adottare tutte le misure di sicurezza possibili, per evitare che altri animali facciano la sua stessa fine.