Qual è il significato di questi comuni gesti e qual è la loro origine? Ecco la spiegazione.

Noi italiani siamo famosi per la nostra spiccata tendenza al gesticolare, in ogni situazione, più o meno formale. La gestualità è infatti un elemento fondamentale della comunicazione e dice molto della cultura di un popolo. L’aspetto interessante è che l’origine di molto di questi arrivano anche da molto lontano. Quelli che analizziamo qui sotto sono tra i più comuni, talmente tanto che ormai non solo li facciamo gesticolando ma li inviamo tramite le emoji, però ce ne sono davvero tanti.

Il pollice in sù.
Un gesto molto diffuso e ormai iconico dopo l’avvento di Facebook affonda le sue radici nell’antica Roma. L’impiego che ne facciamo oggi nasce da una scorretta interpretazione. In realtà aveva esattamente il significato opposto. Questo gesto veniva usato per decidere la sorte di un gladiatore sconfitto.  Aveva il significato di condannare. Oggi lo usiamo dire semplicemente “mi piace” o “tutto bene”.

Le dita a “V”
In molte lingue questo segno sta per vittoria, motivo per cui è un gesto usato per esultare o festeggiare qualcosa. Il primo a proporne l’utilizzo fu il parlamentare, tennista e speaker radiofonico belga Victor de Laveleye (1894 – 1945), che durante il secondo conflitto mondiale, invitó il popolo belga a usare il segno della lettera “V” come simbolo di riscossa. La trovata piacque anche a Winston Churchill, che lo rese un simbolo iconico e usato in tutta Europa.È importante sottolineare che lo stesso gesto ma con palmo della mano verso il viso e il dorso verso l’esterno nel mondo anglosassone è un gesto offensivo e volgare.

Le corna
Usato in varie accezioni primo fra tutte indica il tradimento del partner, il gesto si rifà alla mitologica greca. Facendo riferimento a Pasifae, moglie del re di Creta Minosse, che volle salvare un bellissimo toro che doveva essere sacrificato a Poseidone. Il dio, offeso per il mancato sacrificio, indusse la donna alla pazzia fino a farla invaghire del toro con cui ebbe un figlio, il Minotauro. Da lì i cretesi scelsero il gesto delle corna del toro, per indicare l’infedeltà.

Le corna possono anche essere scaramantiche, respingendo idealmente la sfortuna a cornate. Ma il gesto delle corna è molto usato nel mondo del rock. Vi è un origine legata al movimento hippy dove indicava “amore”. Mentre il noto musicista e cantante metal americano Ronnie James Dio, di origini italiane, lo usava nei live in quanto scongiuro tipico usato da sua nonna. Lo eseguì però con la mano in alto, rendendolo un gesto iconico.

La mano a cucchiaio
Il gesto italiano per antonomasia, famoso in tutto il mondo, che indica perplessità. Un gesto talmente antico che le sue origini sono sconosciute, probabilmente si tratta di un gesto del folklore napoletano,  lo scrittore Carlo Emilio Gadda in “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (1957) lo soprannominò “mano a tulipano”

Le dita incrociate
Tutti sappiamo che è simbolo di buona fortuna, ma perché?
Le origini nascono con il cristianesimo come simbolo distintivo, il simbolo emulava la croce. Nel Medioevo venne associato all’idea di scacciare il diavolo e, dunque, la cattiva sorte.

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