Papà transgender dà alla luce il suo terzo figlio e racconta la sua esperienza a tutti

Padre transgender mette al mondo il suo terzo figlio e racconta la sua esperienza al mondo.

Nell’ultimo decennio le fluidità di genere si sono diffuse sempre di più, e sono state accolte e accettate da un numero incredibile di persone, comprese coloro che, in passato, hanno ritenuto impossibile accettare diversità del genere.

La storia di Yuval Topper Erez.

Sempre più individui, al giorno d’oggi, affermano di non identificarsi in uno specifico genere, e quindi non ritengono se stessi né maschi né femmine, ma semplici esseri umani. Nonostante questi progressi, l’opinione pubblica rimane sempre divisa tra coloro che ritengono del tutto lecito questo modo di essere, e quelli che, invece, non riescono a concepirlo.

Sempre più storie vengono raccontate in rete, per cercare di sensibilizzare il maggior numero di persone possibili ed una di queste è quella vissuta e raccontata da Yuval Topper Erez. Questo giovane uomo israeliano è un padre transgender e da tempo ha deciso di raccontare la sua storia al mondo, per diffondere e stimolare l’accettazione della comunità LGBTQ+. Yuval ha da poco dato alla luce il suo terzo figlio, tramite parto in acqua fatto in casa.

Ha pubblicato delle foto sui social per raccontare la sua storia

Gli scatti che mostrano questi momenti sarebbero dovuti essere qualcosa di intimo e personale, ma Yuval ha capito in seguito che avrebbero giovato di più ai suoi ideali se si fossero trasformati in un messaggio per il mondo intero.

Quest’uomo era ben consapevole che le sue fotografie avrebbero attirato reazioni molto diverse, divise tra coloro che avrebbero adorato tali scatti e quelli che invece li avrebbero considerati eccessivi, ma ha ritenuto troppo importante mostrare al mondo la gioia di questa nascita.

È fiero di aver trovato il coraggio di regalare queste emozioni a tutti coloro che soffrono per discriminazioni di ogni tipo, che al giorno d’oggi, non dovrebbero neppure essere più prese in considerazione, dato che l’animo e non è l’appartenenza ad un genere specifico, a rendere buona una persona.

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