L’uomo fa riprodurre e pianta gli alberi più grandi della Terra per prevenirne l’estinzione

Nella vita tante persone hanno dei sogni particolari, ma quello del protagonista di questa storia sarà utile all’intero pianeta.

Quest’uomo si chiama David Michard e nella vita è un ricercatore e un biologo, ma soprattutto è un meraviglioso visionario. Questo individuo ha concentrato tutti i suoi sforzi su un particolare progetto, che si basa sulla riforestazione della natura, utilizzando la genetica.

Grazie a molte fatiche e a tanti esperimenti, David è riuscito a replicare in laboratorio alcune delle caratteristiche di diverse specie vegetali, per aiutarle a sopravvivere. Con la collaborazione dei suoi figli, questo ricercatore ha dato vita ad un progetto chiamato “Archangel”, che si occupa di clonare vari esemplari si sequoie.

Tra queste ci sono anche esemplari che esistono da oltre 2000 anni e che raggiungono altezze superiori ai cento metri. Negli Stati Uniti e principalmente in California, questi alberi sono molto rinomati, e sono così spettacolari e giganteschi, da riuscire a lasciare a bocca aperta chiunque abbia la fortuna di osservarli dal vivo.

Purtroppo, nel corso dei secoli, a causa della deforestazione, la presenza di questi maestosi alberi si è deteriorata talmente tanto che solamente il 5% della popolazione originaria è sopravvissuto.

Ovviamente anche i recenti cambiamenti climatici hanno causato enormi danni a questi alberi e David e la sua famiglia stanno facendo del loro meglio per far sì che in futuro ci sarà la possibilità di ripiantarli e quindi consentire a questa specie di continuare ad esistere.

Un recente studio scientifico ha convalidato il progetto che David ormai sta eseguendo da decenni ed è chiaro che il suo tentativo di salvaguardare queste specie vegetali sia davvero qualcosa di superlativo.

David stesso ha rivelato che il suo sogno più grande è quello di riuscire a popolare il pianeta con il maggior numero di sequoie clonate possibile, dato che, proprio come i loro parenti originali, anche queste hanno la capacità di immagazzinare grandi quantitativi di carbonio e quindi produrre tantissimo ossigeno.

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