La cameriera mostra la differenza tra adulti e giovani nel lasciare il tavolo al ristorante
In molte occasioni possiamo notare le differenze che intercorrono tra persone con età “generazionali” differenti. Solitamente vengono classificati con dei nomignoli pittoreschi, come ad esempio “Millennial” per indicare le persone nate tra il 1981 e la fine degli anni ’90, i “Baby Boomer”, nati tra il 1946 e il 1965 oppure la “Generazione Z” che comprende i nati tra il 1997 e il 2012.
In molte occasioni possiamo notare che esistono delle singolari differenze comportamentali, tra i gruppi che appartengono a “periodi storici” diversi, come ad esempio la familiarità con la tecnologia. Tuttavia una cameriera che lavora in un ristorante ha dimostrato che gli atteggiamenti di generazioni diverse si identificano anche nelle condizioni in cui le persone lasciano i tavoli del suo locale.
Questa donna si chiama Kaitlyn Brande e il video che ha condiviso su TikTok è una prova davvero fantastica, dei vari “gap generazionali”. Questa cameriera diciottenne ha notato che, mentre i gruppi di Generazione Z lasciano il tavolo in ordine, i Boomer, viceversa, lo abbandonano in condizioni davvero pietose.
I membri della Generazione Z hanno facilitato il lavoro di Kaitlyn, impilando i piatti e consolidando i mucchietti di spazzatura, a differenza di quelli più adulti che non hanno avuto la minima premura nei suoi confronti.
La ragazza ha voluto condividere questa situazione, pensando che fosse molto ironica, dato che solitamente sono le persone più anziane ad aspettarsi un maggior rispetto dal prossimo, ma sembra che non abbiano la stessa voglia di mostrarlo ad altri.
Kaitlyn ha tenuto a precisare che non pretende affatto che le persone svolgano il lavoro al suo posto, però ha tenuto a sottolineare di aver apprezzato il gesto fatto da quelli che possono essere considerati suoi coetanei.
Ovviamente questo caso è solo uno dei tantissimi in cui si possono notare le differenze tra generazioni differenti, tuttavia è riuscito ad attirare molto l’attenzione, dando per una volta il giusto merito anche ai “novellini”.