Ha lavorato per 18 anni a Striscia la notizia, Mingo è tornato a parlare del suo licenziamento dal tg satirico.

Dopo un periodo lungo 18 anni, di servizi satirici e scoop giornalistici, 5 anni fa, Mingo e Fabio, una delle coppie più amate e apprezzate della satirica trasmissione televisiva “Striscia la Notizia” fu improvvisamente licenziata. La motivazione? Truffa.

Oggi proprio “Mingo” Domenico De Pasquale torna a parlare di quella faccenda con un articolo scritto di sua mano e pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno. 5 anni fa l’inviato di Striscia oltre a subire il licenziamento in tronco ha dovuto fare i conti con il tribunale, per l’accusa di simulazione di reato e associazione a delinquere finalizzata alla truffa da parte di Mediaset. Accuse della quale venne incolpata anche la moglie.

Foto: Instagram/Mingo De Pasquale

I due coniugi hanno continuato a definire tali azioni come esagerate e hanno sempre difeso la loro posizione accusando di calunnia l’intera rete Mediaset. Nella sua lettere Mingo ricostruisce la sua carriera dallo scisma con l’emittente televisiva. Scrive del suo disappunto nel venire licenziato in diretta tv da un pupazzo rosso (Il famoso Gabibbo di Striscia la Notizia).

L’attore racconta di come non avesse la più pallida idea di ciò che stesse avvenendo ma che già aveva pensato di abbandonare la trasmissione per potersi nuovamente dedicare al suo vero mestiere, la recitazione. Mingo da principio credeva che quelle accuse fossero uno gioco, magari una messa in scena per programmi come Scherzi a Parte, ma purtroppo era tutto reale.

L’attore continua la sua lettera descrivendo come improvvisamente ha dovuto affrontare il voltafaccia di tutte quelle persone, che fino al giorno prima erano amiche e parte integrante della sua vita e che dall’oggi al domani non hanno più nemmeno voluto guardarlo in viso.
Li accusa di aver scelto a priori la parte dell’emittente senza nemmeno dar loro il beneficio del dubbio.

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Oggi, Mingo De Pasquale si definisce un uomo nuovo. È tornato a fare l’attore, come da tempo desiderava, partecipando ad opere teatrali, film e spettacoli di beneficienza. Termina la sua lettera ringraziando tutti coloro che lo hanno fatto soffrire così tanto, perché solo grazie a quel dolore è riuscito a diventare migliore definendo sé stesso ormai come un uomo libero.

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