Faceva multe senza criterio per vendetta: sospesa la vigilessa
La storia di questa vigilessa sta facendo il giro del web. La donna è stata sorpresa a fare multe senza criterio. Il motivo? Vendetta personale
Le false multe hanno le gambe corte. La vigilessa è stata accusata di aver abusato del suo blocchetto inopportunamente. La donna, quando è avvenuta alla luce la faccenda, è stata indagata dalla Procura di Firenze per accesso abusivo a sistemi informatici.
Pare che all’origine del problema ci siano dei problemi privati della donna. La vigilessa toscana avrebbe fatto proprio il contrario arrivando a fare multe senza alcun motivo a tutte le persone con cui aveva litigato o con le quali aveva avuto in precedenza un diverbio per i più svariati motivi.
La vigilessa in questione è un’agente della polizia locale di Follonica ora giustamente interdetta per sei mesi dall’esercizio del pubblico ufficio di istruttore di vigilanza. Ad interdirla, il gip di Firenze, su richiesta della procura fiorentina che indaga su di lei.
La donna adesso dovrà rispondere di più di un reato abusivo a sistemi informatici, falso materiale e falso ideologico commesso da privato, falso materiale commesso da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio. Insomma, un lungo e poderoso corredo.
La donna si sarebbe scagliata con le sue multe, a mo’ di arma, in una sorta di vendetta personale contro poveri e ignari cittadini. Spesso le multe erano anche corredate da decurtazione dei punti della patente, almeno sette persone. In realtà, le sue vittime però non erano casuali.
Tra chi ha ricevuto indebitamente una multa, una sua vicina che aveva l’unica “colpa” di avere un cane troppo rumoroso. Altre persone, invece, sono state multate solo per aver testimoniato a suo favore in un procedimento civile.
Come si sono accorti della falla? Dal fatto che le indagini hanno dimostrato che le persone multate, in realtà, nell’orario indicato dalla bolla dell’infrazione si trovavano in tutt’altra zona. La donna pare fabbricasse le multe direttamente dall’ufficio, accedendo al sistema informatico e spesso si appropriava delle credenziali dei colleghi a loro insaputa.