Costruisce la sua casa con 2.200 lapidi usate e il risultato non è tanto male
In una cittadina americana esiste una particolare abitazione che per quanto in lontananza, possa sembrare una casa come tante altre, nasconde dei segreti che potrebbero davvero inquietare il sonno di tantissime persone.
Quando immaginiamo di realizzare la nostra “casa dei sogni”, probabilmente immaginiamo una casa simile a quella presente su queste fotografie, con un bel portico, una facciata elegante e così via dicendo… tuttavia sicuramente non pensiamo di costruirla con materiali a dir poco convenzionali come quelli scelti dal suo proprietario, un uomo di nome Oswald Young.
Questo signore americano ha infatti optato per delle pietre alquanto speciali per la sua casa… delle lapidi! Non deve essere per niente facile accettare l’idea di vivere all’interno di un’abitazione realizzata esclusivamente con un enorme quantitativo di lapidi.
Queste sono circa 2.200 e sono tutte state tagliate in modo da fungere perfettamente come “facciata” di questo particolare edificio. Ovviamente Young non ha rubato queste lapidi da un cimitero, ma in realtà si trattava degli ornamenti tombali di una miriade di soldati morti durante una battaglia locale, avvenuta durante il periodo della guerra civile.
Queste lapidi vennero rimosse, durante il periodo della Grande Depressione, a causa del fatto che il comune non era più in grado di provvedere al loro mantenimento. Le pietre sono state tutte tagliate a metà… la parte superiore, che recava il nome e i dati del defunto, sono state lasciate nel cimitero, mentre le altre metà sono state vendute.
È questo il modo con cui Young è riuscito ad accaparrarsi questo enorme quantitativo di “piastrelle particolari” per la sua abitazione, dato che il materiale di cui erano composte era considerato di eccellente qualità, oltre ad essere un vero pezzo di storia americana. La casa è originaria degli anni ’30 e nel tempo si è trasformata in una sorta di meta turistica, per coloro che si trovano a passare per le vie di Petersburg.