Come seminare e coltivare le tue spugne da bagno biodegradabili

Avete mai sentito parlare della “luffa”? È una pianta rampicante della famiglia delle cucurbitacee, di cui fa parte tantissima verdura che troviamo sulle nostre tavole. Tra queste, ad esempio, la zucca, la zucchina, il cetriolo, ma anche frutta come il cocomero o il melone.

A differenza di queste, la luffa non è coltivata principalmente per un fine alimentare, ma ha diversi utilizzi in vari campi di impiego. Viene utilizzata soprattutto come spugna, sia per la cura della persona, che per la pulizia di pentole, stoviglie e posate.

Al contrario delle spugne reperibili comunemente in commercio, le spugne di luffa sono naturali al 100%, e quindi biodegradabili. Esse si ottengono lasciando essiccare il frutto, processo che avviene naturalmente dopo la sua completa maturazione.

Quando il frutto diventa abbastanza maturo, infatti, diventa fibroso e perde la maggior parte del suo peso. Oltre che per la realizzazione di spugne, la luffa viene impiegata in tantissimi altri campi. Ad esempio è utilizzata per la creazione di scarpe, cappelli, guanti, stracci ed altri prodotti per la pulizia.

Può anche essere consumata come alimento, ma è fondamentale raccogliere il frutto in anticipo, per evitare che perda completamente tutti i suoi nutrienti. Trova impiego anche nella realizzazione di farmaci naturali, come diuretici e lassativi. E per giunta è una pianta facile da coltivare, che richiede solo un paio di accortezze per avere un raccolto con il massimo della resa.

Viene coltivata soprattutto nei paesi asiatici, e ciò avviene sin dai tempi più antichi, in quanto considerata una pianta dai mille utilizzi. Una pianta rampicante di luffa può crescere fino a 5 metri di lunghezza, mentre i suoi frutti possono arrivare fino a 5 cm di diametro.

Il loro aspetto, prima della maturazione completa, è molto simile alle comuni zucchine della dieta mediterranea. Se vi siete incuriositi e volete saperne di più su questa pianta straordinaria e dalle infinite sorprese, date un’occhiata al video a seguire.

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