Avete mai visto la sorella di Vittorio Sgarbi? Anche lei ha riscosso un gran successo, ecco cosa fa e chi è

Sapevate che Vittorio Sgarbi ha una sorella? Non tutti sanno che l’eclettico critico d’arte non è figlio unico, sua sorella Elisabetta è una editrice e una regista di successo.

Si chiama Elisabetta, è nata nel 1965 a Ferrara. I genitori dei fratelli sgarbi sono Giuseppe e Rina Cavallini, che di mestiere facevano i farmacisti. Il padre di Vittorio ed Elisabetta purtroppo ci ha lasciati nel 2018.

Elisabetta Sgarbi si è laureata in farmacia, ma a differenza del padre e della madre, ha intrapreso la strada dell’editoria, abbandonando la carriera farmaceutica. Ha lavorato con passione nel settore dell’editoria, lavorando presso il rinomato Studio Tesi, successivamente ha lavorato presso Bompiani, dove è stata promossa, passando dall’ufficio stampa al ruolo di editor, nonché di direttore editoriale per più di 25 anni.

Credit: Wikipedia

Nel 2009 ha pubblicato Il Gran Teatro del Sacro Monte di Varallo, mentre nel 2015 ha lasciato la Bompiani per fondare “La Nave di Teseo”, di cui è la direttrice generale editoriale. La sua casa editrice è frutto di diverse collaborazioni con i più grandi nomi dell’editoria, tra i quali ricordiamo Umberto Eco, Mario Andreose ed Eugenio Lio.

Nel 2019 Elisabetta Sgarbi si è distinta grandemente, vincendo il premio Pavese per la sua attività editoriale. In onore di questo evento la giuria che l’ha premiata ha così dichiarato: “In meno di quattro anni è riuscita a dare alla nuova casa editrice da lei fondata un’aura inconfondibile, segnata dal suo gusto letterario ed estetico”. Oltre al premio Pavese, la Sgarbi ha ottenuto anche il pregiatissimo premio Ausperger, il premio Vittorio De Sica e il premio Sulmona.

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I due fratelli Vittorio ed Elisabetta sono come il giorno e la notte a livello caratteriale, lo ha dichiarato l’illustre editrice in un’intervista affermando: “Quello che faccio è mosso da passioni. E la politica mi appassiona poco, a differenza di Vittorio… Non amo i partiti in cui c’è un capo che si riferisce a un popolo. Non amo le democrazie dirette e sostengo chi difende il principio della democrazia rappresentativa”.

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