6 prigionieri usano un cucchiaio per scavare un tunnel e fuggire dalla prigione, in vero stile da film

Avete mai visto un film in cui dei detenuti fuggono da una prigione, scavando un tunnel nei modi più strani possibili? È quanto è realmente successo ad alcuni prigionieri, che sono riusciti in un’impresa veramente assurda.

La vicenda di cui vogliamo raccontarvi è avvenuta qualche giorno fa, ed è stata comunicata dalle autorità israeliane. Sembra infatti, che ben sei detenuti, condannati e rinchiusi all’interno di un carcere di massima sicurezza, siano riusciti ad evadere dalle loro celle, semplicemente sfruttando un cucchiaio arrugginito.


credit: Youtube/RTVE Noticias

Sembra proprio di trovarsi di fronte ad una scena cinematografica, ma vi assicuriamo che è la realtà dei fatti riportati dalle autorità del luogo. I sei prigionieri, sono riusciti a scavare un tunnel con un normale cucchiaio.

I sei fuggitivi, condividevano una cella e la loro fuga è da considerarsi un’atroce pecca per quanto riguarda i sistemi di sicurezza del carcere, specialmente perché quattro dei detenuti erano condannati all’ergastolo.


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Immediatamente dopo aver scoperto l’accaduto, sono state diramati vari mezzi di ricerca, come ad esempio elicotteri, droni, cani da ricerca e sono state dispiegate persino le forze speciali. Dai dati esaminati, sembra che per oltre un mese, questi uomini, abbiano scavato il loro tunnel della libertà.

I servizi di intelligence hanno dichiarato che uno dei detenuti è Zacaria Zubeidi, ex capo delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa e gli altri fuggitivi sono tutti membri della Jihad Islamica. I rimanenti prigionieri sono stati trasferiti in altre prigioni, per evitare ulteriori fughe o possibili ribellioni.


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Insomma un’operazione studiata fin nei minimi particolari che ha portato davvero a ritrovare la libertà a delle persone che, decisamente non la meritavano. Non dubitiamo che le autorità israeliane faranno del loro meglio per chiudere il prima possibile la questione e riacciuffare questi “pericoli pubblici”, assicurandoli alla giustizia in modo decisamente più efficiente, rispetto all’ultima volta.

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