30 anni dopo la sua adozione, un uomo vede il proprio volto in una lista di persone scomparse
Dopo trent’anni dalla sua adozione fa una scoperta incredibile. Scopre il proprio volto nell’elenco delle persone scomparse.
I genitori adottivi non potevano immaginare un orrore così grande, ovvero di far svanire improvvisamente il bambino di qualcun altro.
Il rapimento di una giovane vita lascia una madre o un padre terribilmente sconvolti, in pensiero tra le terribili possibilità di un futuro sconosciuto e la sua effettiva impotenza.
Per tutta la vita o nel migliore dei casi fino al momento dell’assenza si chiedono se il loro bambino sia vivo, se stia bene, ecc.
Di certo fra le idee meno accreditate vi sarebbe quella di immaginare che il proprio figlio scomparso stia vivendo in maniera del tutto inconsapevole una vita normale presso un’altra famiglia, anche se fra le tragedie appare essere la più auspicabile.
Bene, nel caso di Steve Carter, una vita normale era esattamente ciò che stava vivendo. Intorno al 2010, l’uomo di 30 anni viveva a Philadelphia e vendeva software.
Poi, guardando un film della CNN un giorno, la sua vita è cambiata per sempre. Ha visto la storia di una donna che aveva scoperto il proprio rapimento.
Carter non ha solo visitato il sito per mera curiosità, sapeva di essere stato adottato all’età di quattro anni da un orfanotrofio di Honolulu, ma aveva preziose informazioni sul resto della sua infanzia.
Secondo l’Huffington Post, aveva frammenti allettanti, come il fatto che il suo certificato di nascita diceva che era per metà hawaiano nonostante la sua carnagione chiara. Eppure, quello che scoprì lo geló fino al midollo.
Il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati aveva creato una foto a progressione temporale di un bambino scomparso. L’immagine invecchiata artificialmente sembrava stranamente come Carter.
La madre adottiva aveva detto a Carter «Sarebbe incredibile perché noi ti abbiamo ricevuto legalmente quando avevi quattro anni, ma le coincidenze sono davvero troppe».
Carter sapeva che doveva fare qualcosa. Così ha contattato il Dipartimento di Polizia di Honolulu.
Ha dato le sue informazioni personali ed effettivamente c’era una strana coincidenza.
Si è anche sottoposto ad un test del DNA e, quando gli investigatori hanno iniziato a mettere insieme i pezzi, ha appreso il suo nome di nascita: Marx Panama Moriarty Barnes. La sua storia iniziò quando aveva solo sei mesi a Hauula, nelle Hawaii.
Secondo la rivista People, il padre biologico di Carter, Mark Barnes, era impegnato a fare lavori in giardino quando la moglie Charlotte Moriarty disse che voleva prendere il bambino e fare un po ‘di shopping.
Quella fu l’ ultima volta che il padre lo vide.
La madre aveva attuato un piano elaborato. Aveva cambiato il nome del figlio, dando le indicazioni sbagliate per il nuovo certificato di nascita.
Poi lo aveva lasciato in adozione, era finita in un ospedale psichiatrico, e una volta dimessa era scomparsa nel nulla.
Il padre lo ha cercato disperatamente per anni senza trovare traccia e aspettando una chiamata da parte della polizia.
Ma quella telefonata non è arrivata per 35 anni.
Dopo aver appreso la verità sul suo passato, Carter raggiunse Barnes e la sua sorellastra Jennifer Monnheimer.
Il giovane non vedeva l’ora di conoscere la sua vera famiglia che aveva sempre creduto morta
Davvero una storia incredibile.